ecco, purtroppo, un altro blues da piangere

Ricorriamo alla Storia, per affrontare il tema cui dedichiamo il Fil Rouge di questo numero; alla maestra di vita infatti osiamo sperare che nessuno abbia intenzione di opporre giudizi di parte. E poi, l’architettura e l’ingegneria, come l’arte, non hanno confini: la qualità unisce.

Così, tra le diverse modalità espressive che potevamo utilizzare per calarci negli avvenimenti che caratterizzano il clima storico che stiamo vivendo, increduli, abbiamo scelto il profilo iconografico, che riproduca un linguaggio costruttivo. A modo nostro, non ci voltiamo dall’altra parte, ma cerchiamo di guardarli attraverso le opere che progettisti e costruttori hanno fatto entrare nella storia, oltre le barriere ideologiche e territoriali.

Un racconto per immagini che vuole esprimere il primato della creatività e del talento per immaginarli e dell’ingegno per realizzarli, come edifici monumentali unici e irripetibili oppure semplici e tradizionali, contro una volontà cieca e distruttrice, per rendere omaggio alle persone che li hanno frequentati e apprezzati, ma non lo potranno più fare; vittime innocenti di un cataclisma anacronistico che ha colpito il cuore dell’Europa.■